Esperimento sociale – l’immagine e l’amore per noi stessi

A volte trascorriamo un’intera vita in attesa di approvazione dell’altro e il nostro stato d’animo dipende dall’altro.
Viviamo in un’epoca dove si attende l’approvazione di se stessi attraverso il numero di like ottenuti sui social. Con un alto valore di approvazione alla nostra foto postata la nostra autostima sale, ci si sente più desiderati ed apprezzati, come persona in modo completo. Diversamente con pochi like, si rischia una svalutazione che può tendere anche alla depressione.

«E’ anche per questo che è fondamentale lavorare sulla consapevolezza del proprio essere, su quello che ci rende unici e ci contraddistingue dagli altri. Alla base troviamo i nostri pensieri e le nostre emozioni, la nostra intelligenza emotiva. Solamente da qui possiamo lavorare per la costruzione di individui più strutturati, che non temono il giudizio altrui, perché sanno quanto valgono anche quando prendono pochi like postando fotografie di qualcosa di meritevole» fa sapere Katia Tafner, presidente Bagus.

E’ così che alcune socie di BAGUS APS hanno deciso di fare un piccolo esperimento sociale, coinvolgendo anche altre amiche, per evidenziare la problematica dell’approvazione, dei social e dell’individuo, puntando sul ruolo-non ruolo della donna, nella nostra società, postando delle fotografie insolite che le ritraggono.

Per evidenziare ancor più il tema dell’apparire vs essere, si è deciso di utilizzare nelle fotografie alcuni specchi, che tuttavia risultano vuoti, in quanto l’immagine, anche se rivista dagli stessi occhi di chi la fotografa, perde la vera bellezza che resta invisibile agli occhi poiché molto più profonda.

In un mondo “preconfezionato” in cui esistono regole e format che ti inquadrano in un target o in un’altro ci siamo chiesti perché l’apparire è così importante in questa società?

Così Cristiana Clementi, formatore emotivo relazionale che collabora con Bagus e già progettista di “Bagus educazione emotivo relazionale” per la scuola, ha risposto, riportando anche quanto già aveva scritto nella rivista Lo Sguardo, sul tema “Digito Ergo Sum”:
«Se una persona non è strutturata emotivamente resta in balia di questi giudizi e questo è pericolosissimo perché crea degli scompensi, o per eccesso di autostima o per abbattimento della stessa. Tutto questo deriva da una ricerca disperata di essere sempre in contatto col mondo esterno per trovare il proprio ruolo nella società, anziché puntare ad un dialogo interiore».

Tutto questo viene evidenziato nell’esperimento dall’immagine della donna che continua ad essere ancora troppo mercificato e che proprio per questo non consente alla donna di potersi mostrare, senza aver paura di giudizi e critiche, anche per quello che è in quando femmina.
Le fotografie infatti, postate prima singolarmente sulle bacheche delle singole socie e sostenitrici dell’esperimento, successivamente riunite in un’unica foto mosaico sulla pagina web www.bagus-association.com e quella social fb ed instagram, sono fotografie di carattere insolito per le persone che raffigurano, non abituate ad ostentare la propria immagine, invitate a giocare per una volta pubblicamente, sul tema dell’approvazione.
Le fotografie hanno ottenuto di fatto un numero di like nettamente superiore alla media delle foto condivise più comuni.

Ad aderire all’esperimento assieme ad alcune socie Bagus, anche una testimonial dell’associazione che supporta il progetto rivolto alle scuole, la regista Manuela Tempesta, da sempre attiva e molto apprezzata per il suo impegno in sostegno delle donne.

Così Katia Tafner: «Questo esperimento non vuole essere di certo un modo per fare la morale a nessuno, bensì un invito a ciascuno di noi, specialmente alle donne, ad amarsi di più, partendo da loro stesse, dalla consapevolezza delle loro potenzialità e valori più profondi, ricordando così che non siamo i like che prendiamo».

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